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©@ScuderiaFerrari
Un weekend assolutamente da dimenticare. Se escludiamo il terzo posto ottenuto da Hamilton nella Sprint (grazie a un’intuizione strategica del campione inglese), il Gp di Miami rappresenta ad oggi senza il benchè minimo dubbio il punto più basso della stagione da parte della Ferrari. Squalifiche in Cina permettendo. Se già in FP1 e nella Sprint Qualifying era emerso l’attuale limite della SF-25 (monoposto che soffre di bilanciamento sul retrotreno e che non digerisce minimamente le curve a bassa velocità) nel secondo settore, con le qualifiche valide per il Gp domenicale come abbiamo raccontato le difficoltà sono andate ulteriormente ad aumentare, alla luce della scelta di assetto volta a ridurre il gap nei confronti dei principali rivali nelle curve lente del secondo settore a scapito di una perdita di competitività nel primo e nel terzo settore, dove in precedenza la SF-25 si comportava piuttosto bene. Il risultato è stato quindi una monoposto in evidente difficoltà un po' su tutta la pista. Impensabile, quindi, una rimonta ad opera di Charles Leclerc e Lewis Hamilton (sopra raffigurato), alla fine autori di una gara anonima non per una loro responsabilità, ma perché purtroppo impossibilitati a dare di più con la macchina, classificandosi in settima e ottava posizione, staccati rispettivamente di 57”036 e a 60”186 dal vincitore Piastri, ben lontani da quella lotta al titolo mondiale che doveva rappresentare l’obiettivo Ferrari per il 2025, alla luce dell’ottimo finale di stagione 2024, che aveva visto la Rossa lottare per la vittoria nelle ultime gare contro la McLaren.
Così, purtroppo, non è stato, e a Miami oltre alle scarse prestazioni della monoposto abbiamo dovuto purtroppo assistere a una gara a dir poco confusa ad opera dello stesso muretto box. Una riprova né è stato il secondo stint di gara, che ha visto tra il 29° e il 30°giro Hamilton (partito con gomme dure) montare un set di gomme medie e Leclerc (partito con gomme medie) montare un set di gomme dure.
Alla luce della differente scelta al via, era logico ipotizzare due differenti gare per Hamilton e per Leclerc, con l’eptacampione inglese che (dopo il primo stint effettuato con gomme dure) una montato il set di gomme medie avrebbe avuto una prima parte del secondo stint in cui sarebbe stato maggiormente più prestazionale salvo poi andare progressivamente a perdere un po' di performance, e con Leclerc che una volta montato le gomme dure (dopo aver montato al via le gomme medie) avrebbe avuto una prima parte di secondo stint più complicata rispetto a Hamilton salvo poi risultare più veloce. Logico, pertanto, presupporre uno scambio di posizione tra i due piloti nella prima parte del secondo stint a favore di Hamilton con la possibilità poi di restituire la posizione a Leclerc, qualora il campione inglese avesse poi fatto fatica con il proprio ritmo.
Una scelta strategica (quella Ferrari) di base corretta, ma applicata con una tempistica a dir poco discutibile.
Fermatosi per la sosta nel corso del 29°Giro, Hamilton (una volta ripresa la gara) rientra in decima posizione e due tornate più tardi supera con facilità la Sauber di Nico Hulkenberg salendo così in nona posizione, e mettendo nel mirino sia la Williams di Sainz, sia la Rossa del compagno di squadra, appena superato dal pilota spagnolo.
Già nel corso del 33°Giro Hamilton riesce a mettersi in scia alla Rossa di Leclerc, ma la VSC dovuta al ritiro della Sauber di Bortoleto obbliga Hamilton a dover aspettare la conclusione del regime di Virtual Safety Car, che avviene nel corso del 34°Giro, e che vede Leclerc affrontare le ultime curve del giro negli scarichi della Williams di Sainz, per poi sfruttare il DRS sul rettilineo del traguardo e all’inizio del 35°giro trovare l’attacco vincente in curva 1 finendo involontariamente per favorire anche il sorpasso di Hamilton.
A questo punto, una volta preso un po' di vantaggio su Sainz, dovrebbe scattare prontamente lo scambio di posizioni tra le due Rosse, alla luce della mescola più morbida a vantaggio di Hamilton, ma solo dietro reiterata insistenza di Hamilton e un cenno di ok di Vasseur ripreso dalle telecamere (una volta che via radio Hamilton ha ricordato che in Cina non aveva esitato a lasciar passare avanti Leclerc) lo scambio si verifica. Il tutto, però, al 39°giro, con il campione inglese che nel frattempo ha così surriscaldato per ben quattro giri le sue gomme medie dietro alle monoposto più lenta (per via delle gomme dure) di Leclerc. Comprensibile la rabbia via radio di Hamilton, il quale, però, pur recuperando progressivamente alcuni decimi nei confronti della Mercedes di Antonelli, non riesce a scappare via da Leclerc, con Charles che non solo giro dopo giro comincia a mettere in temperatura le proprie gomme, ma che (per via dell’aria sporca generata dalla esigua distanza che lo separa dal compagno di squadra) vede addirittura andare in overheating le sue gomme. Se in precedenza era stato Hamilton a chiedere lo swat positions reiteratamente nei confronti della squadra, in questa fase è Leclerc a chiederlo, con la squadra che autorizza il nuovo scambio di posizione a favore del pilota monegasco solamente nel corso del 53°giro, a quattro tornate dal termine. Troppo tardi. Leclerc proverà a ridurre il più possibile il gap nei confronti della Mercedes di Antonelli, ma chiuderà staccato di 1”534 dal 18enne pilota bolognese.
Se al termine della gara il clima tra Hamilton e Leclerc è tutto sommato disteso (come si può vedere dal cameracar di una delle due Rosse, che riprende il campione inglese scambiarsi una pacca sulle spalle con il pilota monegasco), entrambi i piloti mettono sotto accusa la gestione dello scambio di posizioni da parte dal muretto.
Se il Team Principal Ferrari Frederic Vasseur ha ammesso che ci è voluto un giro per chiedere a Leclerc di effettuare il primo scambio di posizione con Hamilton (avvenuto a dirla tutta già con evidente ritardo), Leclerc ha dichiarato di non aver alcun risentimento nei confronti di Lewis (ammettendo che avrebbe fatto la stessa cosa e affermando che entrambi hanno fatto quello che il team gli ha richiesto), così come Hamilton ha sottolineato di non avere alcun problema con il team o con Charles, ma che a suo parere lo scambio di posizioni sarebbe potuto essere fatto in modo migliore e con tempi più rapidi rispetto a quelli effettivamente impiegati dal muretto.
Dove invece emerge una certa differenza di pensiero tra piloti e il Team Principal è senza ombra di dubbio nel valutare il potenziale della monoposto. Se secondo Vasseur in gara (fermo restando che la McLaren era su un altro pianeta) il passo Ferrari era paragonabile a quello di Red Bull e Mercedes continuando a ritenere che aldilà degli aggiornamenti (che arriveranno a Imola e a Barcellona) la macchina ha un potenziale che deve essere ancora espresso e limitato a Miami da una corretta gestione delle gomme, Leclerc ai microfoni di Sky (dopo aver già dichiarato al termine delle qualifiche di aver dato il massimo con la monoposto attualmente a disposizione) ha dichiarato che a Miami la squadra è stata meno competitiva rispetto alle tre gare precedenti (Suzuka, Bahrain e Arabia Saudita), e che è necessario capire il perché, affermando che ce la metterà tutta fino alla fine, ma che bisogna migliorare la macchina, perché adesso non ci siamo.
©@ScuderiaFerrari
Una Ferrari, quindi, che esce da Miami con le ossa rotte, e che evidenza tutta la sua tensione per una situazione che indubbiamente non era quella paventata a inizio stagione, quando sia Leclerc che Hamilton auspicavano di poter lottare per la conquista del titolo mondiale. Ora arriveranno due pacchetti di aggiornamenti tra Imola e Barcellona chiamati una volta per tutte a correggere per quanto possibile i limiti emersi sulla SF-25, con il serio rischio (qualora i problemi dovessero essere strutturali e non del tutto risolvibili) di dover spostare le risorse rimanenti sul progetto 2026, da non sbagliare per alcun motivo al mondo alla luce del drastico cambio regolamentare sotto il profilo tecnico che scatterà a partire dal prossimo anno.
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